venerdì 12 gennaio 2018


                                                   MUSEO EGIZIO DEL CAIRO

Il museo è un'emanazione del servizio egiziano delle antichità costituito dal governo nel 1835 nel tentativo di fermare l'esportazione selvaggia di reperti e manufatti.
Il primo nucleo del museo venne aperto nel 1858 con le collezioni raccolte da Auguste Mariette, archeologo francese al servizio di Isma'il Pascià ed aveva sede nel quartiere di Bulaq davanti all'isola di Gesira.[3]
Ma lo spazio presto divenne insufficiente per la grande quantità di reperti ed a peggiorare la situazione vi fu una notevole inondazione del Nilo avvenuta nel 1878.
Così nel 1891 il museo venne spostato all'interno del palazzo di Isma'il Pascià a Giza, chiamato "Palazzo di Giza". Ma questo edificio non era idoneo ad ospitare la collezione di reperti, il cui numero cresceva in maniera esponenziale e quindi fu bandito un concorso internazionale vinto da un progetto francese, il cui architetto fu Marcel Dourgnon (1858-1911) e la realizzazione degli italiani Giuseppe Garozzo e Francesco Zaffrani.
Nel 1902[4] il museo attuale venne inaugurato, con lo stile di un edificio in stile neoclassico e appositamente costruito in Piazza Tahrir, nel centro del Cairo.
Nonostante la sua grande fama, il museo egizio del Cairo non è molto esteso come superficie. Consta di due piani, entrambi di forma rettangolare, con una serie di stanze disposte attorno ad un atrio centrale e collegate da un corridoio. Gli oggetti esposti al piano terreno sono raggruppati per ordine cronologico. Appena entrati, a sinistra sono disposte le sale dell'Antico Regno. Continuando in senso orario si trovano le sale del Medio e Nuovo Regno ed infine quelle dell'età greco-romana. Salendo lo scalone si arriva al primo piano, organizzato in aree tematiche.
Il museo ha subito un saccheggio nel corso delle sommosse popolari del 2011, che hanno portato alla distruzione di due mummiefaraoniche[5]. Durante le stesse proteste, è stato colpito da alcune bombe molotov. L'esercito è immediatamente intervenuto per spegnere le fiamme[6].
Molte delle opere e delle collezioni andate disperse o razziate, a causa dei disordini provocati dalla rivoluzione araba, sono tornati nelle disponibilità del museo, grazie anche alla collaborazione tra autorità egiziane e organizzazioni internazionali[7].







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